L’arengo
Era l’assemblea dei capifamiglia “antichi originari”. Si riuniva generalmente ogni sette anni nel cimitero accanto alla parrocchiale per eleggere i 42 consiglieri del “Convocato generale” o “Consiglio di Credenza”, all’interno del quale erano poi nominate tutte le altre magistrature comunali. L’assemblea era ritenuta valida se erano presenti i 2/3 più uno degli aventi diritto. Verso la metà del Cinquecento le famiglie antiche originarie erano poco più di un centinaio. In paese risiedevano però altre 30-40 famiglie di “forestieri”, che non avevano accesso alle cariche del comune e non potevano usufruire dei beni comunali. Le famiglie “forestiere”, in continuo aumento, chiesero al governo veneziano di poter essere equiparate nei diritti e doveri a quelle “antiche originarie”, tantopiù che queste ultime spesso faticavano a reperire i 42 consiglieri del Convocato generale. Il lungo contrasto fu risolto verso il 1570 da Venezia a favore degli “antichi originari”, ai quali fu riconosciuto il diritto di continuare a governare in modo esclusivo la comunità, ma si dovette ridurre il numero dei consiglieri dal 42 a 24 da eleggere ogni 4 anni anziché ogni sette. Fu anche ridotto da 6 a 5 il numero dei sindici.
Consiglio di credenza o Convocato generale
Fino al 1570 circa era composto da 42 consiglieri, ridotti a 24 dopo il 1570, che provvedevano a eleggere al loro interno tutte le altre cariche del comune.
Il Consiglio di Credenza, o Convocato generale, si riuniva ogni sei mesi solitamente in piazza o nella sala del Comune. Inizialmente la sede comunale era nella Rocchetta in Castello; nel XVI secolo fu scelta la casa presa a livello dal Pio Luogo Colleoni, che si trovava sul sito dell’attuale palazzo comunale.
Il Sindicato
Era composto da sei sindici, che svolgevano grossomodo la mansioni degli attuali assessori. Il loro numero corrispondeva alle porte, o rastelli, che chiudevano gli ingressi dell’abitato. Dopo il 1570 furono ridotti a cinque. Duravano in carica sei mesi. Tra i sindici veniva messa all’asta la carica di console. Sotto la dominazione veneziana veniva eletto anche un sindico con il compito di rappresentare Cividate nel Consiglio di Quadra.
Il Console
Questa importante carica, corrispondente a quella dell’attuale sindaco, veniva messa all’asta tra i sindici eletti dal Consiglio di Credenza. Il Console eletto doveva però fornire una caparra in denaro, garantita da persona idonea, in quanto egli era responsabile del bilancio del comune. La durata di questa carica era annuale.
I Campari
Erano in numero di due ed erano eletti ogni semestre. Il loro compito era quello di vigilare sul territorio, sull’ordine pubblico e sui raccolti. I campari, per tutta la durata dell’incarico, non potevano lasciare il paese ed erano tenuti a risarcire i danni (furti in campagna, danneggiamenti dal raccolto, ecc.) dovuti ad eventuali loro negligenze.
I custodi delle porte
A metà del Cinquecento erano 5: uno per ogni ingresso al paese. Duravano in carica sei mesi ed avevano il compito di sorvegliare le rispettive porte. In caso di epidemie dovevano impedire l’accesso in paese a persone e merci prive della cosiddetta “fede di sanità”.
Magistrature minori
Dalla metà del Cinquecento il parroco aveva anche il compito di “giudice di pace” (arbiter et amicabilis compositor). Venivano poi eletti 14 sindici per governare la parrocchia, che era di juspatronato comunale, 3 sindici per il governo della roggia Sale e 2 presidenti della Misericordia, l’ente assistenziale che distribuiva farina e denaro ai più poveri del paese.
Il comune rurale di Cividate non aveva uno statuto proprio, ma si governava in base allo statuto di Bergamo. Aveva invece un suo stemma documentato almeno dal XVII secolo, ma non se ne conosce l’iconografia. È probabile, però, che lo stemma attuale richiami quello antico.