All’atto della costituzione ufficiale dello stato unitario (1861) Cividate contava 2000 abitanti, quasi tutti piccoli agricoltori. Nel 1863 un Regio Decreto modificava il nome del paese in “Cividate al Piano” per distinguerlo da altri comuni omonimi.
Nel febbraio 1862 si verificarono i prodigiosi avvenimenti che portarono, nel 1893, all’erezione del Santuario della Beata Vergine dei Campiveri.
La scomparsa del confine di stato del Fosso Bergmasco aveva ormai del tutto annullato i traffici commerciali e le attività artigianali che vi fiorivano attorno; anche l’antica fiera di San Nicolò aveva perso la sua importanza e la conseguente crisi economica aveva costretto molti cividatesi ad emigrare. La situazione migliorò con l’elezione a parroco nel 1869 del cividatese Don Ciriaco Vezzoli, che – oltre ad essere un ottimo pastore di anime – svolse anche un’intesa attività filantropica e sociale. A lui si devono, infatti, l’istituzione del primo asilo per l’infanzia (1870 circa) e dell’Ospedale (1878) (immagine in copertina). Nel 1880 riuscì a convincere un industriale milanese ad impiantare uno stabilimento tessile in paese, che diede subito lavoro ad alcune centinaia di ragazze, molte delle quali erano forestiere, per loro fece erigere un pensionato, le cosiddette “Case operaie”. Nel 1880 attivò la “cucina economica” per prevenire la pellagra; negli anni tra il 1876 e il 1893 promosse l’ampliamento della parrocchiale e l’erezione del santuario e nel 1896, alla vigilia della morte, fondò la Cassa Rurale per combattere il triste fenomeno dell’usura.
Purtroppo Don Vezzoli non poté far nulla, nel 1878, contro la decisione dello Stato di intitolare “Stazione di Calcio” la fermata che si trovava in territorio di Cividate. A quel tempo il vicino comune di Calcio contava quasi un migliaio di abitanti più del nostro e ottenne perciò il privilegio di dare il proprio nome alla stazione.